sabato 6 dicembre 2008

La mia famiglia


La mia famiglia siamo uno. Sono nella pancia di una appena bellissima ventenne e sto assistendo al suo matrimonio con mio padre poco più vecchio di lei. Sono entrambi giovani e ingenui. Poco importa se sono stata un incidente, che la mia nascita può creare problemi e che non sono pronti a questo passo… siamo cattolici non assassini ed è l’amore a trionfare. Lui mi vuole chiamare Valentina ma mia madre, in ricordo della sua sorella morta neonata, mi chiama Simona.
La mia famiglia siamo tre. Che fantastici genitori che ho. Sono talmente protettivi nei miei confronti che mia madre non mi lascia stare un secondo da sola (a meno che non ci sia qualche cartomante in tv) e non mi fa uscire di casa perché ha paura degli altri e non si sa mai cosa potrebbero farmi. Mio padre d’altronde in me vede solo i voti che porto a casa e quindi la mia infanzia la passo a casa, in camera, in castigo. A scuola vengo derisa perché non penso a come vestirmi, ai ragazzi e perché non sono poi tutta questa bellezza. Ma ai miei genitori non importa. Il segreto della felicità è avere bei voti e una ristretta vita sociale. Evviva!!
La mia famiglia siamo quattro. Dopo anni al volere dei miei sono finalmente andata a vivere da sola. Ho lasciato fidanzato, genitori e amici per trasferirmi a Roma a sognare il cinema. Siamo io e altre tre coinquiline. Eeehhh la convivenza non è facile. Lo dicono tutti. Poi tra femmine, lasciatemelo dire, è ancora peggio. Gli argomenti più gettonati in casa sono “chi ha scelto Mario tra le ragazze”, “cos’è successo a Cento Vetrine” o “chi ha vinto la talpa”. Ma anche tempo, scuola e “cosa mangi stasera?” sono richiestissimi. Io non sono proprio preparata, sto provando a farci l’abitudine. Però ci si diverte anche un sacco. Il gioco che preferisco è “sparlare della coinquilina assente”. Come tutti i giochi che si rispettino è bello se sei presente se no si perde il meglio. Il segreto per vincere tuttavia è stare zitti e fregarsene. Anche quando ti fanno un torto. Stare zitti e subire così scendono le probabilità di essere nominati e si arriva alla fine. Che divertimento!!
La mia famiglia siamo uno. Presa la mia laurea ho deciso di tornare a Torino alle mie origini, almeno per un po’. Essendo donna e, non avendo un padre importante, non posso accedere al mondo del cinema e quindi mi accontento di sognare ancora, magari la grande America dove tutto è possibile. Vivo da sola in una mansarda in centro a Torino. Sola perché l’uomo che amo sta con una donna più bella e più giovane di me. Ma io sono ottimista. Sono una sognatrice e voglio realizzare i miei sogni.
La mia famiglia siamo tre. Vivo a Los Angeles insieme a Jack e Chandler. Faccio un’accademia per sceneggiatori e autori per il cinema. È stata dura imparare bene la lingua e investire ogni mio risparmio per tutto questo ma ce l’ho fatta. Qui scrivo molto insieme ai miei compagni e proprio domani presenteremo un soggetto per una serie tv che sicuro avrà grande successo. La vita finalmente mi sorride. La malinconia e la solitudine ha lasciato il posto alla serenità e mi sento meno sola dopo tutto.
La mia famiglia siamo due. Siamo ormai alla terza stagione. Gli ascolti sono alle stelle ed io ho trovato il mio amore. Sarà perché stiamo insieme tutto il giorno o perché abbiamo gli stessi interessi ma io e Jack andiamo alla grande. Siamo una macchina di idee e soldi da fare invidia a tutte le altre coppie dello spettacolo. Il prossimo Maggio ci sposiamo. Me l’ha chiesto in una romanticissima sera di luna piena sulla spiaggia ed io non ho saputo dire di no. Sarà un matrimonio faraonico. Ho invitato tutti i miei amici e parenti dall’Italia, insieme ai suoi da New York ed un sacco di gente importante. Poco importa se li conosciamo poco. L’immagine è pur sempre importante, dice sempre lui. E devo dire che mi ha convinto.
La mia famiglia siamo quattro. Io, Jack e i nostri due fantastici figli: Sally ed Harry. Viviamo in una fantastica villa sulle colline di Hollywood. La serie tv si è conclusa l’anno scorso. Finalmente ho tanto tempo libero da passare con i miei figli. Mio marito, invece, è sempre in giro come produttore. Chissà quante attrici disposte a tutto si è portato a letto. Ogni volta che torna è una litigata. Vorrei divorziare ma l’immagine, si sa, è tutto. E allora bevo e sperpero i miei soldi comprando tante cose inutili. Cerco di non pensarci e far passare il tempo.
La mia famiglia siamo uno. Sto guardando il bel paesaggio dalla enorme vetrata della mia immensa villa. Mi sono appena imbottita di tranquillanti e psicofarmaci presi giusto ieri dalla farmacia (lo sapevo che prima o poi la mia laurea in Psicologia sarebbe servita a qualcosa). Penso che ho sbagliato tutto nella vita. Ho sbagliato quando ho agito di testa mia e ho sbagliato quando ho cercato di non essere più una “diversa” e ho cercato di adeguarmi alla massa. È inutile non sono fatta per vivere in questo mondo. Quando uno straniero si trova fuori dalla propria terra di origine o si adegua o torna a casa. Quindi gente si torna a casa. Niente lacrime. Un ultimo messaggio lasciato sul comodino a quella persona che non vedo da anni “Spero che almeno tu sia felice”.
La mia famiglia siamo … zero.

“Pelle: è la tua proprio quella che mi manca in certi momenti e in questo, momento è la tua pelle ciò che sento, nuotando nell'aria…” Marlene Kuntz

P.s. Liberamente ispirato ai monologhi di Paola Cortellesi scritti da Massimiliano Bruno intitolati appunto “La mia famiglia” che vi invito a vedere su youtube.

1 commento:

Dee ha detto...

"Quando uno straniero si trova fuori dalla propria terra di origine o si adegua o torna a casa". Ecco...io ancora non mi sono adeguata ma tornare a casa, per ora, non si puo'. Si resiste.
Bel post.

b&k
http://hereinspaceandtime.blogspot.com/