venerdì 19 dicembre 2008

Felicità in pillole


Siamo seduti uno di fronte all’altro. È una delle ultime sere in cui si può bere una birra fuori, all’aria aperta. Settembre. Il tavolo assomiglia a quelli che usano nei campeggi. Un unico pezzo lungo di legno con panche annesse. Non so se abbiamo già ordinato o meno. Probabilmente sì. Non ricordo. Lui ha lo sguardo un po’ assente quasi triste. Gli chiedo cosa c’è che non va’.

“Mi sono lasciata con la ragazza” risponde lui, di getto, senza pensarci.

Ecco che il mio corpo si divide. Da una parte ne sono contenta. L’altra gli vuole troppo bene per vederlo soffrire. E allora cerco di capire.

“Come mai?” chiedo curiosa.

“Dice che non ricambio il suo amore, o almeno non come vorrebbe e che preferisce troncare lei”

Deglutisco. Sono sempre più divisa e quindi continuo a prendere tempo.

“Ti direi mi dispiace ma si può essere dispiaciuti per qualcosa che si sapeva già?”

Lui sorride. Ha funzionato.

“A me dispiace. Ci tenevo a lei. Parecchio. Ma sono innamorato di un’altra ora”

Io, che in quel momento nemmeno lo guardavo, mi fermo. Il mio cuore si ferma. Non voglio far trasparire nulla di tutto quello che mi sta succedendo dentro e quindi faccio la vaga:

“Mi sembrava strano che lasciassi il vecchio amore così facilmente. Senza avere la certezza del nuovo. Allora cos’è quella faccia tutta triste?”

Lui mi guarda fisso. Si potrebbe dire che in modo quasi impercettibile stia tremando. Respira appena mentre un soffio d’aria gli accarezza il viso. Io, nel guardarlo dritto negli occhi, ho dimenticato tutto il resto. Esistiamo solo noi due e quei 2 secondi, che sarebbero potuti durare minuti, se lui non avesse rotto il silenzio sussurrando appena:

“Perché ti amo”

Io abbasso lo sguardo e butto il mio succo, ormai finito, nella spazzatura. È lunedì. Sono a casa, in cucina e se non mi do una mossa l’esame di venerdì non lo supero.
Ho solo il tempo di un succo di frutta per sognare.

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